L’amore per l’arte si concretizza dopo varie esperienze lavorative. Come artigiana mi sono dedicata per anni alla fusione del vetro, affascinata da quel materiale capace di cambiare forma col calore e che mi ha portato ad interessarmi a calchi e matrici. Un amore per le impronte che si è fatto più profondo durante i corsi accademici soprattutto durante i laboratori di formatura. La poesia delle matrici in gomma, già opere a sé stanti, la riflessione su vuoto e pieno, il valore dei calchi in gesso.
Il gesso come in un calco pompeiano, non imita una forma ma prende il posto di ciò che ha lasciato la forma, di ciò che era reale, intrappolato da matrici che ne hanno conservato la forma prima della sua scomparsa o distruzione, immobilizzandolo per sempre oltre ogni dimensione temporale. Il calco diventa il depositario della memoria di un passaggio o cambiamento di stato, memento mori di una natura transeunte.
Il vuoto non è uno stato di non-essere ma pieno di fugaci onde elettromagnetiche e particelle che si creano e si distruggono in continuazione, troppo rapidamente per essere viste. Come in iperuranio platonico in esso sono contenute le potenzialità di ogni cosa che esiste ed esisterà in futuro. Quando, in una delle mie tante vite, ho lavorato come assistente di volo ho potuto approfondire le riflessioni sul vuoto, su ciò che non si vede ma è reale, come lo spazio. Volando non avevo la sensazione di essere sospesa nel vuoto, piuttosto di esserne contenuta. Penso che se il nostro corpo sparisse all’improvviso lascerebbe la sua traccia sul vuoto per un tempo infinitesimale. Il vuoto è impronta del pieno, contenuto e contenitore, reale quanto il corpo che lo delimita.
Ai nostri sensi limitati appaiono reali solo le cose che possiamo vedere, toccare o percepire senza pensare che le loro strutture, compreso il nostro corpo, sono in maggioranza costituite da vuoto ed è proprio il vuoto che dà maggiormente forma alla struttura di ciò che noi possiamo percepire coi sensi. La forma è vuoto e il vuoto è forma.
Il vuoto è forma tra le forme della realtà percepita.